Proviamo ad esaminare nel dettaglio questa asserzione. Immaginiamo la vita di un comune ragazzo italiano, senza soldi. E' costretto a svegliarsi alle 6 della mattina per passare 2 ore nel traffico e, quindi, una giornata di fatica e umiliazione in uffico o in fabbrica, quando va bene per 1000 euro. I più fortunati, grazie a raccomandazione e amicizie, riescono ad ottenere un impiego pubblico. Anche in questo caso il guadagno mensile supera di poco i 1000 euro, ma almeno non bisogna lavorare. Tornati a casa dopo ore di lavoro, al ragazzo italiano tocca la solitudine o la compagnia di una ragazza non certo avvenente, perché sappiamo che le belle donne vanno con i ricchi. Insomma, una vita veramente povera di emozioni e di felicità. Dopo tutto non è nemmeno necessario che mi dilunghi troppo, visto che so per certo che la maggior parte dei lettori del blog Come fare soldi conosce perfettamente questa vita perché la subisce ogni giorno sulla sua pelle.
Pensate invece alla vita del ragazzo ricco: si sveglia alle 10 della mattina, accanto ad una donna bellissima, e fa una ricca e salutare colazione.
Un po' di ginnastica, uno sguardo a qualche sito di internet di informazione e comincia a lavorare per un paio di ore. Quindi pranzo in un bel ristorante, palestra e infine la cena...ovviamente dobbiamo immaginarci tutto questo in una casa bellissima, dobbiamo immaginarci una bella Audi o Mercedes, insomma al ricco non manca niente.
E pensare che la vita di questo ragazzo ricco prima di cominciare a fare soldi era esattamente uguale a quella del ragazzo povero...però qualcosa è cambiato. E non sto parlando del conto in banca che da negativo è diventato positivo e con molti zeri, è cambiato qualcosa nella mente del ragazzo.
Il ragazzo che ha scelto di diventare ricco ha fatto una scelta decisa, ha cambiato se stesso prima di cambiare per sempre la propria vita.
Ha avuto fede, coraggio, volontà: se anche tu vuoi cambiare la tua vita diventando ricco, devi avere il coraggio di cambiare te stesso. Altrimenti i soldi non li farai.
